Antieuropa

La dignità del soldato italiano e le bugie della storiografia marxista

<<La storiografia marxista sostiene che le foibe sarebbero state una conseguenza delle atrocità commesse dall’esercito italiano durante l’occupazione della Jugoslavia. L’Italia occupando la Jugoslavia con l’alleato germanico aveva messo in gioco le sue province orientali: Gorizia, Trieste, Pola, Fiume e Zara.

E questa fu una sciagurata decisione di Roma che, indotta dalle coinvolgenti vittorie tedesche, voleva risolvere definitivamente la persistente conflittualità al confine sloveno che dagli anni Venti andava trasformandosi in scontro di civiltà. L’occupazione italiana fu rispettosa della popolazione civile, della legge internazionale e dello “jus in bello” sui limiti della guerra.

La pubblicistica ha offerto allo sprovveduto le fotografie di esecuzioni, di villaggi al rogo, di rappresaglie compiute dal nostro esercito.

Ma oltre a queste foto, tanto care alla storiografia marxista, ne conosciamo altre, orfane di case editrici, che testimoniano paesane slave in abiti tradizionali che accolgono i nostri militari con mazzetti di fiori, ne conosciamo altre di militari italiani che distribuiscono pasta e riso alla popolazione civile.

Ne conosciamo altre di bambini serbi salvati nei campi di concentramento ustascia, bambini denutriti, destinati alla soppressione perché maggiori di 5 anni di età, e sì, perché fino a 5 anni potevano restare in vita.

Non lo si è voluto dire, ma i militari italiani rappresentavano un esercito regolare, rispettoso delle convenzioni internazionali.

Ma i partigiani di Tito, no, perché praticavano la guerriglia, la forma più brutale della guerra perché non ha regole. Così i nostri prigionieri venivano torturati e uccisi. La tortura era fine a se stessa.

Ed ecco allora la reazione.

Pirzio Biroli fu il generale che per primo ordinò di abbandonare la consuetudine e di rispondere colpo a colpo: la leggenda del “bono italiano” deve finire, imprecava!

Lo seguì il comandante della 2° armata, Mario Roatta, con la famosa circolare 3C. E accadde quello che Tito voleva: la brutalizzazione del conflitto.

Dove leggiamo queste cose? Tace la storiografia marxista perché il soldato italiano deve rimanere rappresentato negativamente.

Perché la resistenza, ovunque sia stata, non si tocca! Perché la Jugoslavia di Tito non si tocca! Perché Tito, in quanto amico di Pertini. non si tocca!>> [1]

[1] di Gianfranco Stella, storico, scrittore e saggista. Autore di “Compagno Mitra”, un saggio sulle atrocità partigiane.