Antieuropa

La Tradizione: il contatto dell’uomo con il sovrannaturale

Il concetto di Tradizione che in questa sede proveremo ad esporre brevemente è essenzialmente il senso dato ad esso da molti studiosi dediti alla riscoperta della Tradizione Primordiale quali Julius Evola e René Guenon, tra i tanti.

Per <<Civiltà Tradizionale>> s’intende una civiltà organica, tale che in essa tutte le attività sono orientate in modo unitario secondo una idea centrale, propriamente <<dall’alto e verso l’alto>>.

<<Verso l’alto>>, significa verso qualcosa di superiore a ciò che è naturalistico e semplicemente umano. Questo orientamento presuppone un insieme di principi aventi un’immutabile validità normativa e un carattere metafisico.

A tale insieme può ricondursi il nome di Tradizione al singolare, perché i Valori e i Principi di base sono essenzialmente gli stessi, o quasi, nelle singole tradizioni storiche, a parte una varietà di adattamenti e formulazioni.

Più propriamente va sostenuta la tesi di una Tradizione Primordiale, che attraverso un’ininterrotta e spesso invisibile catena iniziatica si conserva lungo i secoli mantenendo vivo il contatto dell’uomo con il sovrannaturale.

La parola Tradizione acquista un duplice significato:

1- E’ saggezza extratemporale di origine non umana, concernente i princìpi primi della realtà metafisica a cui si connette un insieme ben definito di tecniche e discipline che consentono all’essere umano di rintegrarsi in quella realtà.

2- Storicamente inteso, va riferito a tutto un complesso di civiltà che a quegli stessi Princìpi d’ordine trascendente fecero costante riferimento, impregnandovi l’intera vita individuale e sociale dell’uomo.

Sarà quindi esatto parlare di Mondo della Tradizione che si contrappone al mondo moderno, nato in occidente con il tramonto della Civiltà Medievale e caratterizzato da un sapere soltanto umano – umano troppo umano citando Nietzsche – e quantitativo, dalla desacralizzazione della realtà e dalla negazione di qualunque cosa vada al di là della sfera puramente sensibile, del disordine.

<<Veniamo da Dio e, inevitabilmente, i miti da noi tessuti, pur contestando errori, rifletteranno anche una scintilla della luce vera: la Verità Eterna che è Dio. Infatti solo creando miti, solo diventando un sub-creatore di storie l’uomo può aspirare a tornare allo stato di perfezione che conobbe prima della caduta. I nostri miti possono essere male indirizzati, ma anche se vacillano, fanno rotta verso il vero porto, mentre il “progresso” materialista porta solo ad un abisso spalancato e alla Corona di Ferro del potere del male.

John Ronald Reuel Tolkien