Antieuropa

CENTRO STUDI, TRADIZIONE E SOVVERSIONE:

Da quando libertà di stampa e democratizzazione della cultura hanno consentito, a chiunque ne avesse la velleità, di diffondere le proprie idee, anche se infette e contaminanti, la cacofonia delle idee profanatrici che sono alla radice del mondo moderno si è trasformata in un vero e proprio frastuono, tale da ottundere l’udito spirituale, se fosse possibile, persino in coloro che lo posseggono per diritto di nascita.

Tale apparente stridore non è tuttavia privo di un’interna finalità, al servizio della sovversione mondiale, che non può sfuggire a chi abbia lo sguardo sufficientemente esercitato.

Quando si parla di sovversione mondiale non occorre, e sarebbe grave errore farlo, pensare soltanto a dei centri storici organizzati, a dei gruppi di uomini che, quasi dotati di facoltà soprannaturali, anche se negativamente orientate, siano coscienti dell’intero processo del divenire storico e lo orientino lucidamente secondo finalità sovversive.

Ragionare in tal modo significherebbe fermarsi a metà strada, sostanzialmente sulla linea di una interpretazione profana degli accadimenti storici, facendo per di più il giuoco dell’avversario, il quale ha interesse a che gli sguardi di coloro che potrebbero resistergli, si ipnotizzino unicamente su alcuni punti, irrigidendosi e perdendo la facoltà di osservare attentamente l’insieme.

Certamente, occorre prestare la massima attenzione alle mosse di quelle organizzazioni che si sono dimostrate portatrici di alto grado di fermenti disgregativi in senso antitradizionale.

Tuttavia, l’uomo della Tradizione ben sa che la scena della storia non è che un particolare luogo di scontro di due potenze trascendenti, una luminosa e l’altra oscura.

Per cui i rappresentanti umani delle correnti storiche sovversive non devono essere pensati tanto come realmente <<agenti>>, quanto piuttosto come in qualche modo <<agiti>> da parte delle forze oscure che se ne servono.

Tale non può non essere la corretta impostazione dell’esame degli accadimenti storici, se veramente ci si vuole chiamare, senza usare mezzi termini, uomini della Tradizione. Riconosciuta la reale, effettiva esistenza del <<non umano>>, occorre ricercarne le presenze dietro le quinte delle vicende umane, senza con ciò abbandonarsi ad una sorta di fantastoria, ma affidandosi piuttosto alla guida di infallibili principi spirituali che consentano di individuare con chiarezza il senso ultimo dei multiformi eventi storici.

Si acquisterà allora, evitando ogni pericoloso irrigidimento, la facoltà di percepire l’azione della sovversione, ovunque essa si manifesti, seguendo freddamente le contorte evoluzioni nel tempo e nello spazio. Così, ci si palesa subitamente la reale essenza di fenomeni quali la psicanalisi, il marxismo, il relativismo scientista, l’evoluzionismo.

Tale facoltà è assolutamente necessaria per chi milita sul fronte della Tradizione, in quanto gli consentirà, oltre che riconoscere le manovre del nemico nel suo campo, anche di smascherare ogni infiltrazione sovversiva all’interno delle proprie schiere, che soltanto passando inosservata può esercitare la sua azione nefasta.

L’uomo della Tradizione possiede una <<fede che non vacilla>>, un sicuro criterio di Verità, che gli consente di individuare la natura luminosa od oscura, delle forze in giuoco, a seconda che a detta fede si adeguino oppure la avversino.

Tale criterio, tale <<crivello>> di verità, è la divina trascendenza dello Spirito Santo sull’Uomo e la conseguente preminenza dell’Uomo sulla specie. Occorre affermare categoricamente che l’Uomo ha una potenzialità divina, in quanto è una particolare manifestazione di Dio e della creazione, su di un determinato piano di esistenza (quello soggetto alle condizioni dello spazio e del tempo) dell’Assoluto metafisico.

Pertanto, l’uomo è potenzialmente suscettibile di una realizzazione trascendente, così come sussiste, ora e da sempre, <<archetipicamente>> conformato, onde non abbisogna di alcuna evoluzione o progresso collettivi per ascendere spiritualmente o per giungere al punto in cui questa realizzazione trascendente diverrebbe possibile.

Fonte – “I fascicoli dei dioscuri” I edizione.