Antieuropa

MEMORIE DI UN DICIANNOVISTA

Cari lettori, Il contributo offerto da Mario Gradi, in particolare ai giovani, cui le sue <<annotazioni di un diciannovista>> [1] sono dedicate, si inserisce con estrema dignità nella fase di storiografia sul fascismo che da tempo di è ormai sostituita al “memorialismo” e cioè in quelle forme prevalentemente rievocative nelle quali seguaci ed avversari del fascismo si cimentarono negli anni successivi alla seconda guerra mondiale.

Gradi, che pur aveva aderito giovanissimo al movimento fascista e che ne aveva condiviso le sorti sino al crollo, evita infatti di cedere alle tentazioni dei ricordi personali, degli aneddoti o, addirittura, dei pettegolezzi e traccia, per contro, una vasta e interessante sintesi dei valori politici, etici e sociali cui il fascismo ed il suo Capo ispirarono la loro azione.

Avvalendosi di ampi riferimenti storici e culturali, l’Autore descrive con avvincente linguaggio la crisi interiore del <<sovversivo>> Mussolini, la sua rottura con il socialismo, la fase dell’interventismo, la nascita del fascio <<primigenio>> di S. Sepolcro, lo squadrismo, l’avvento del fascismo al potere.

Notevole è poi lo sforzo dell’Autore per dare conto di tutte le componenti filosofiche ed ideologiche che confluirono nel fascismo storico, in un coacervo di tensioni ideali, sovente anche contraddittorie, che solo la superiore personalità di Mussolini seppe ricondurre ad unità di azione e di realizzazioni.

La parte centrale dell’opera è soprattutto finalizzata a confutare certa rozza storiografia antifascista, secondo la quale il fascismo fu solo sinonimo di ottuso e liberticida reazionarismo al servizio delle classi privilegiate.

Gradi rivendica e rivaluta, al contrario, lo spirito profondamente innovatore che pervase il fascismo primigenio e che, nonostante errori, ritardi e contraddizioni, continuò sempre ad ispirarne l’azione.

E’ al fascismo che il mondo è debitore della originale e feconda sintesi del dato <<nazionale>> con il dato <<sociale>>, sintesi che, sottolinea Gradi, costituisce ancora oggi la strada per quanti vogliano superare il dilemma – tutto materialistico – capitalismo o comunismo.

Nell’ultima parte dell’opera, l’Autore pone alcuni <<distinguo>> fra il fascismo, quale storicamente determinatosi, ed altre manifestazioni politiche ed esso, a vario titolo, richiamantesi.

Su queste valutazioni riterremmo necessari degli approfondimenti ulteriori.

Così ad esempio, chi scrive non condivide lo sbrigativo accenno critico sulla socializzazione nella RSI e ciò perché la cogestione e la partecipazione agli utili appaiono piuttosto il completamento dell’idea corporativa sviluppatesi nel ventennio e non certo, come sembra ritenere l’Autore, una variante episodica, frutto di una situazione bellica e sociale contingente.

Allo stesso modo non possiamo accettare l’affermazione di Gradi, secondo cui <<il fascismo altro non fu se non una delle tante interpretazioni del socialismo>>

In estrema sintesi (e con le lacune insite in tutte le sintesi), sentiamo di replicare che la osmosi fra senso della collettività nazionale e senso della giustizia sociale (la <<comunità di destini>> di cui parlava José Antonio e che l’Autore così bene evidenzia in tante parti del suo libro), postula un condizionamento reciproco fra i due dati, per il doveroso rispetto dei valori etici, religiosi e tradizionali di ogni popolo e per il contemporaneo rifiuto della lotta fra le classi; siamo cioè su un piano che impedisce ad ogni socialista, che voglia rimanere tale, di riconoscere legittimamente qualsiasi derivazione, sia pure <<scismatica>> o <<eretica>> fra socialismo e fascismo.

Ma al di là di queste osservazioni che, ripetiamo, meriterebbero ben altro approfondimento, il libro di Gradi (scritto fra l’altro, con stile limpido e suggestivo) ha il pregio delle cose che inducono a riflettere, in un susseguirsi di spunti interessanti e di validi stimoli culturali.

In questo libro <<diciannovista>> vi è insomma ancora una magnifica carica di passione e di entusiasmo, si spiega anche così perché quella generazione e quegli uomini iniziarono a scrivere una pagina di storia che non sembra affatto conclusa.

Consigliamo la sua lettura a tutti, per sgombrare il cervello dalle nubi tossiche della propaganda mondialista.

[1] Amazon.it: Questo fascismo. Annotazioni di un diciannovista. – GRADI Mario – – Libri