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PROIBITO PARLARE DI ‘MAROCCHINATE’, ARRIVA LA POLIZIA AL CONVEGNO A MILANO:

-Il ministero della verità dice che è proibito parlare di “marocchinate”. Violentate per la seconda volta le vittime di quei sanguinosi abusi.

Vietato parlare delle marocchinate a Milano.  Si preferisce il silenzio, come avviene da oltre mezzo secolo, sugli stupri di gruppo, le uccisioni, i saccheggi e le violenze di ogni genere perpetrate dalle truppe coloniali francesi (Cef), aggregate agli Alleati, ai danni della popolazione italiana, in particolare contro le donne a partire dal luglio 1943.

Non a caso l’immagine-simbolo di quello scempio è Sofia Loren, nei panni della madre disperata di una ragazzina stuprata dalle truppe marocchine nel film “La Ciociara”.

Ieri doveva svolgersi a Milano, nella sede del Municipio 2, guidato dal leghista Piscina, un convegno sul tema. Ma all’ultimo momento utile, quando c’erano già persone in sala, è arrivata la polizia per impedire l’incontro, con la scusa delle norme anti Covid che sarebbero state violate.

Tra i relatori previsti ci sarebbero dovuti essere Emiliano Ciotti, presidente dell’Associazione Nazionale delle vittime delle marocchinate, la scrittrice Alessandra Colla e Lorenzo Cafarchio, in rappresentanza della casa editrice Edizioni Altaforte, vicina a CasaPound.

Ma l’intervento delle forze dell’ordine, che ricorda le manifestazioni che vengono vietate all’ultimo momento, non si giustifica col Covid ma con la censura politica.

Anche il sindaco Sala (il censore staliniano) era sceso in campo, in mattinata, contro il convegno.  «Ho scoperto – scriveva su Facebook – in queste ore che il Municipio 2, il cui Presidente è il leghista Samuele Piscina, ha avviato una collaborazione e accordato l’uso del logo del Municipio e del Comune di Milano ad un incontro pubblico inutilmente provocatorio in cui si parla di violenze nel corso della seconda guerra mondiale. La storia è una cosa seria: usarla per provocazioni dal sapore di razzismo (non a caso, partecipa una casa editrice vicina a Casapound) è una cosa che Milano e i milanesi non possono accettare. I nostri uffici stanno verificando tutti gli aspetti formali del procedimento», ha scritto.

In ultima analisi cari lettori, non si può ricordare e parlare degli stupri subiti da più di 60 mila donne italiane, no, dobbiamo ricordare solo quello che ci dicono loro, i paladini della libertà e del diritto di censurare la verità con metodi da regime comunista sovietico. Bhé, questa è la democrazia, bellezza.

Fonte – Arriva la polizia a Milano: convegno non autorizzato. Si parlava di marocchinate e scatta la censura – Secolo d’Italia (secoloditalia.it)