Antieuropa

IL SOVVERTIMENTO OPERATO DALLA TECNOLOGIA:

Il legame con il proprio passato, il legame con la propria Storia, con la propria cultura, con la propria terra era una cosa normale per gli uomini del passato, prima del 1789.

Di conseguenza, il popolo era al tempo stesso creatore e fruitore di cultura. La cultura popolare alimentava le élite dotte. Un popolo, quindi, attore e non solo subalterno.

Dopo le due catastrofi mondiali create apposta dai signori usurai, della prima e della seconda guerra mondiale, negli anni ’70 del ‘900 si cominciò a parlare di globalizzazione.

Con lo sviluppo della nuova tecnologia e dei mezzi di informazione siamo davvero diventati più colti ed evoluti? c’è più di un motivo per dubitarne.

Questo perché la tecnologia ha prodotto più di una evidente disarmonia tra l’uomo e i mezzi di cui dispone, per il fatto che i mezzi sono più avanti di lui. Oggi, anche il più bruto può schiacciare il pulsante del telecomando di un televisore, ma poi, sa come è fatto effettivamente il telecomando? la maggior parte lo ignora completamente.

Noi conosciamo il mondo che ci circonda molto meno dell’analfabeta che viveva sotto l’Antico Regime. Perché il suddetto aveva una tale padronanza dei mezzi di cui si serviva, ed era all’altezza della stessa cultura che aveva prodotto quegli strumenti.

Oggi non è assolutamente così.

La moda, ad esempio, è qualcosa di assurdo. Basta una suggestione che l’uomo moderno cambia subito opinione. Cosa pensereste se, un chirurgo, domani si svegliasse e dicesse: <<oggi uso questa tecnica perché va di moda>>. Chi si farebbe operare da questo pazzo?

Un po’ come Bassetti che disse in TV: <<Il vaccino va fatto perché è figo e va di moda>>. Ecco.

Un altro esempio potrebbe essere questo, mentre stai seduto “semplicemente” a guardare la TV, dentro quella scatoletta invece c’è qualcosa di estremamente complesso e tutta questa complessità con cui siamo a contatto, ma che ci sfugge di mano finisce per indebolire la creatività, la fantasia ed anche il raziocinio dell’uomo moderno.

Perché la difficoltà aguzza l’ingegno. Oggi invece è tutto il contrario, deve essere tutto facile e veloce, a portata di click.

A questo scopo è anche stato creato il cosiddetto “intrattenimento”, per in-trattenerti dal pensare con la tua testa. Si educa al brutto, e ricordo che <<chiunque vuole affermare il brutto come valore è mio nemico>>.

L’uomo moderno è stato ridotto al passivo, al guardare, vede cantare, vede danzare, lui non canta e non danza più; vede giocare, ad esempio va a vedere la partita di pallone.

Da questo si deduce che l’elemento passivo oggi è imparagonabile all’elemento attivo, persino nello sport c’è una massa che assiste al gioco, stessa cosa nel teatro e nel cinema, tutte queste cose non sono più azione-viva ma riproduzioni.

Questa è la società del surrogato, la società delle cose finte.

Con la TV, infatti, si resta nell’ambito del passivo, da quella scatola ci viene una “cultura” (se così la si vuol chiamare) codificata ed immodificabile, un sottoprodotto marcio che non dovrebbe esistere.

Una ricerca che è stata fatta su ragazzini adolescenti, negli Stati Uniti – in questa età i ragazzi hanno già più di 10.000 ore di Tv che si muove nel loro subconscio – ha dimostrato che questi bambini sono in possesso di un quantitativo di nozioni enorme, ma qualitativo molto inferiore a quello dei loro coetanei dell’età pre-televisiva.

A questo punto, potrei citare giusto un piccolo brano per sugellare quanto sopra detto.

<<D’altra parte l’azione totalizzante della globalizzazione punta anche a modellare lo spazio in cui viviamo. Le città si riempiono di edifici che sembrano modellati in serie, firmati da architetti di fama internazionale – le famigerate archistar – che progettano gli stessi grattacieli per tutti i paesi, noncuranti dell’urbanistica e della storia dei singoli luoghi. A Milano come a Dubai si trovano i medesimi ammassi di vetro e acciaio, destinati per lo più a membri dell’élite transnazionale.

L’orizzonte è identico, ovunque: perfetto per un mondo che si vuole senza confini, sempre uguale a se stesso. Un mondo abitato da esseri umani meticci, senza differenze di cultura, nazionalità, abitudini alimentari, perfino di sesso. Questa realtà ci viene presentata come auspicabile, meritevole di essere costruita. Cinema, televisione, giornali e libri celebrano ogni giorno questo futuro.

E collaborano alla riscrittura dell’esistente in base a un antico principio alchemico: solve et coagula. Cioè dissolvi e riunisci. Bisogna cancellare quello che viene prima, decostruirlo, smembrarlo per poi costruire un nuovo edificio con fondamenta ben piantate nell’ideologia.>> [1]

[1] Belpietro & Borgonovo, Contro l’invasione, op. cit. p.50-51.