Cari lettori di Antieuropa, ormai da un po’ di tempo ci stiamo cimentando a parlare dell’inutilità della sinistra e dei suoi esponenti – sia istituzionali, sia gli insofferenti dei centri sociali che si fanno chiamare “antisistema”, disonesti i primi e ingenui i secondi.
Le loro vane “battaglie” si sono ridotte, come abbiamo visto, al vilipendio dei morti indifesi.
Vedi ad esempio gli sfregi al cimitero di Nettuno ai militi della Rsi; oppure, si divertono ad imbrattare di vernice rossa le targhe per Norma Cossetto e per le vittime dello sterminio delle Foibe.
Insomma, un crescendo di atti sinistri e ignobili, appunto. Una tattica d’azione, che per la sua frequenza di utilizzazione è diventata un vero e proprio sport all’italiana, con tanto di impunità assicurata.
Un nostro amico ci segnala che questa volta a finire imbrattata con una falce e martello è stata la targa dedicata a Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci, due vittime delle Brigate Rosse, uccisi nel 1974. [1]
Un atto vile, deprecabile, da condannare in modo assoluto. Così come si esprime, a buon diritto, il sindaco di Padova Sergio Giordani.
Atto che, non è il primo e non sarà nemmeno l’ultimo, dato che le forze della sinistra rimangono sempre e comunque impunite, per via del loro legame indissolubile con la magistratura e con gli alti esponenti della politichetta italiana dell’arco “costituzionale”.
Tanto, per questi signori, il problema è sempre il Fascismo, anche quando siamo entrati a piè pari in un regime sovietico antifascista, e gli effetti (dal patentino di democratico al green pass, il passo è breve) si vedono molto chiaramente.
Chissà quale sarà il prossimo obiettivo degli imbratta-targhe, i nuovi paladini della sinistra organizzata.
[1] Imbrattata con falce e martello la targa di Mazzola e Giralucci, vittime delle BR (ilgazzettino.it)